Monumento al Campesino
Le isole Canarie hanno una profonda cultura nella natura e della genuinità dei prodotti. Ecco perchè quello che è stato senza dubbio l’artefice dello sviluppo artistico dell’isola di Lanzarote, Cesar Manrique, ha pensato fosse necessario un monumento dedicato ai vari “campesinos”, ai contadini di Lanzarote: una figura spesso trascurata dagli artisti, ma che invece risulta cruciale nella visione del mondo dell’artista, dato che Manrique era molto sensibile all’armonia tra uomo e natura. Se la natura è la fonte della vita e l’uomo ne è il figlio, la figura dell’agricoltore diviene in questa visione quasi una sorta di “sacerdote”, uno sciamano che fa fiorire la natura e, insieme con essa, soddisfa i bisogni dell’uomo.
Fin qui il significato dell’opera, ma come si presenta oggi il monumento al campesino? Si tratta di una scultura che potremmo definire “astratta”, quasi metafisica nella sua tinta di bianco irreale. Ma per nulla astratto, per nulla frivolo è il materiale di costruzione: si tratta di una serie di serbatoi idrici da barca, utilizzati accostandoli l’uno sull’altro, come a simboleggiare un delicato equilibrio nella gestione dell’acqua. Già, l’acqua, elemento prezioso e fondamentale, dato che non bisogna sottovalutare che oggi Lanzarote è un isola in cui abbonda la produzione agricola, ma fino a pochi decenni fa l’isola era estremamente arida e poco accogliente. Ecco dunque il monumento al Campesino, a colui, cioè, che trasforma la natura da desertica a campo coltivato, con il solo aiuto dell’acqua e della forza di volontà.
Un monumento che si trova sopra un basamento in pietra grezza, simile a quelli che circondano i numerosi vigneti dell’isola, la cui produzione di vini di qualità è rinomata in tutta Europa. Un monumento che non poteva che trovarsi nel centro geografico dell’isola, dato che ne rappresenta una sorta di asse portante ancora prima che un simbolo.
Mappa di Monumento al Campesino
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